Tra i tanti siti che si occupano della lingua di Zamenhof e dei suoi nobili ideali, ce n'è uno che fa parte della sconfinata collezione Wikia, nato dalla costola esperantista di Wikipedia: “WIKIA – La malferma Esperanto-komunumo”, che pubblica una lista di indirizzi di molti altri siti e dei bloggers esperantisti che hanno voluto registrarsi. Anch’io ho provato più volte a inserire il mio nome e indirizzo… niente da fare! Il sistema mi impedisce di scriverlo correttamente così come è registrato su BLOGGER: "http://fortikajxuloesperantablogo.blogspot.com/", dove la “jx“ sta al posto della “ĵ“ dato che il codice caratteri di BLOGGER (come del resto molti dei codici di scrittura e la maggior parte delle tastiere esistenti) non riconosce questa consonante dell’Esperanto (simile alla “j“ francese). Va detto che, siccome la "x" in Esperanto non esiste, essa spesso fa le veci degli accenti per le sei lettere accentate della lingua (ĉ, ĝ, ĥ, ĵ, ŝ, ŭ, / Ĉ, Ĝ, Ĥ, Ĵ, Ŝ, Ŭ, – ovvero: cx, gx, hx, jx, sx ux / Cx, Gx, Hx, Jx, Sx, Ux) quando i codici dei vari sistemi (soprattutto nelle e-mails) non li riconoscono.
E sapete perché non sono riuscito a far accettare il mio indirizzo al sistema di registrazione di WIKIA? Incredibile a dirsi! Perché WIKIA fa il contrario di BLOGGER e converte automaticamente la “jx“ in “ĵ“, con il risultato che linkando l’indirizzo così corretto dal sistema: "http://fortikaĵuloesperantablogo.blogspot.com/" si ottiene “Indirizzo non trovato“! Non c’è via di scampo, se non quella di cambiare completamente indirizzo, col rischio (o la fortuna, secondo i punti di vista) che nessuno mi ritrova più.
Ma veniamo finalmente al grosso “MA“. Nel mondo qualcosa si muove. Potrei dire che più di qualcosa si sta muovendo. Ripeto, ci sono tantissimi blog di esperantisti, e un’infinità di siti che hanno a che fare con la lingua internazionale. Digitando "Esperanto" in uno dei più potenti motori di ricerca si aprono una quarantina di milioni di pagine! Internet, ancora una volta, si rivela uno strumento preziosissimo. L’Esperanto e la cultura che gli ruota intorno si fa strada sulla rete… è un mare magnum di notizie, curiosità, scambi culturali in ogni branca dello scibile, informazioni, amicizie, bizzarrie, ecc. ecc. MA… ALLORA PERCHE’ INTORNO AL MIO BLOG AVVERTO UNA CAPPA DI PESANTISSIMA ESPERANTISTISTICA INDIFFERENZA???
Non uno degli esperantisti passati dal mio blog, se mai ce ne sia passato qualcuno, che abbia lasciato due parole di commento. Nemmeno quelli a cui io ho corrisposto. Debbo dedurne che i miei argomenti non interessano. E’ vero che per ragioni di “privateco“ (e di riservatezza mia, forse eccessiva), ho evitato di comunicare il mio indirizzo agli amici e ai conoscenti esperantisti italiani. Con essi il rapporto è diverso e non può essere intrattenuto con un blog.
In fondo il mio scopo era quello di instaurare un rapporto con altri esperantisti sconosciuti senza dover rinunciare all’amicizia delle persone di cui ho parlato nel post del' 11 ottobre. Sperando inoltre di coinvolgere qualcuna di queste ultime. Da qui l’idea di un blog bilingue.
NON CI SONO RIUSCITO! Mentre funzionano benissimo gli scambi con la posta elettronica, estremamente facilitati dalla iscrizione collettiva ai siti di appartenenza (solo su “Lernu!“ siamo alcune decine di migliaia), il blog bilingue è un mezzo fallimento. Non lo è del tutto, per fortuna, perché nell’altra metà, quella rivolta ai corrispondenti italiani non esperantisti, mi ritrovo tra amici che… …beh, non sto a ripetere quanto ho già detto in precedenza. Ed è solo per loro che vale la pena di continuare.
D'accordo!Però… “vorrei ancora scrivere (non inutilmente) un blog bilingue“.
(La traduzione dei testi inseriti nelle immagini le trovate scorrendo i titoli delle stesse immagini nella colonna di destra)
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