28 maggio 2008

"ESTIS JAM RADIO ROMO" (Mi diris ke rakontus tiun ĉi malbelan historion).

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"C’ERA UNA VOLTA RADIO ROMA" (Lo avevo detto che avrei raccontato questa brutta storia).
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Antonio De Salvo. La ver-
kinto de artikolo: "Estis jam
Radio Romo", redaktoro de
Radio Romo ekde la ko-
menco de 1970-a jaro.
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Antonio De Salvo. L'autore

dell'articolo: "C'era una volta

Radio Roma", redattore di Radio

Roma dagli inizi degli anni '70.

""Ni sciigas niajn geaŭlskultantojn, ke ekde venonta lundo, la unua de oktobro, RAI Interna­cia ĉesos elsendi siajn radiogazetojn al eksterlando.

Ĉi tiu elsendo, do, estas ankaù la lasta, kiu el Radio Romo surondiĝas en lingvo Esperanto. Tiamaniere finiĝas tradicio, kiu daùris de pli ol sepdek jaroj: la elsendoj en Esperanto de la Itala Radio naskiĝis en 1935, haltis pro la milito en 1942, kaj rekomenciĝis en 1950.

En ĉi tiu ĉagrena momento, nia penso iras al la homoj (viroj kaj virinoj) kiuj pluportis la torĉon dum tiel longa tempo, kaj al niaj karaj kaj fidelaj geaùskultantoj.

Fartu bone, kaj ĝis ne-reaŭdo!

Nia elsendo en Esperanto estas finita."

http://www.international.rai.it/radio/storiaradio/cronologia.shtml

"Informiamo i nostri ascoltatori che da lunedì prossimo, primo ottobre, RAI International cesserà di trasmettere i suoi radionotiziari per l'estero.

Questa trasmissione, dunque, è anche l'ultima che da Radio Roma va in onda in lingua Esperanto.

Così finisce una tradizione che durava da più di settant'anni: le trasmissioni della Radio italiana in Esperanto nacquero nel 1935, furono interrotte a causa della guerra nel 1942, e ripresero nel 1950.

In questo triste momento, il nostro pensiero va alle persone (uomini e donne) che più hanno portato la fiaccola in tutti questi anni, e ai nostri cari e fedeli ascoltatori.

State bene, e a (non) risentirci!

La nostra diffusione in Esperanto è finita."

De maldekstre, starantaj: Carlo Minnaja, Ascenzio Blasimme,
Nicola Minnaja -
Sidantaj: Alma Buonocore Musella, Luigi
Minnaja,
Vincenzo Musella, Carolina Minio Paluello Minnaja.
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Da sinistra, in piedi: Carlo Minnaja, Ascenzio Blasimme,
Nicola Minnaja - Seduti: Alma Buonocore Musella, Luigi
Minnaja, Vincenzo Musella, Carolina Minio Paluello Minnaja.

"Con queste ultime battute, nella trasmissione del 29 settembre 2007, si è conclusa un'esperienza durata oltre 70 anni.

Le trasmissioni in Esperanto della Radio Italiana nacquero il 18 marzo 1935 dai microfoni di quella che allora si chiamava EIAR, che emetteva i suoi programmi per l'estero ad onde corte dal "Centro Imperiale di Roma Prato Smeraldo", realizzato proprio da Guglielmo Marconi.

L'Esperanto, anzi, fu una delle prime lingue usate daIl'EIAR (subito dopo l'italiano e l'Inglese, e prima ancora di altre importanti lingue!); il battesimo avvenne in concomitanza con il Congresso Universale di Roma del 1935, e le trasmissioni (curate da Luigi Minnaja ed Ascenzio Blasimme) avevano un contenuto squisitamente turistico, con uno sguardo preferenziale (nello spirito dell'epoca) alla celebrazione delle "opere del Regime".

Ben presto le trasmissioni acquisirono un carattere politico, ed infine, con lo scoppio della guerra, passarono a commentare i fatti bellici (per fare un esempio: il 10 giugno 1940, pochissime ore dopo il famoso discorso di Mussolini dal balcone di piazza Venezia, Radio Roma ne trasmise la traduzione in Esperanto). I testi di quelle trasmissioni, che recano tra l'altro la traduzione dei bollettini di guerra, sono stati recentemente recuperati da Carlo Minnaja, e se ne sta curando la trascrizione "a futura memoria".

La dedizione delle persone che curavano le trasmissioni in Esperanto (oltre ai già citati Minnaja e Blasimme, la signora Carolina Minio Paluello Minnaja) era totale: basti pensare che uno dei programmi andava in onda in diretta alle 2 di notte, e che i traduttori-annunciatori attraversavano la città, a piedi o in bicicletta, in pieno oscuramento.

A quei tempi, l'EIAR pubblicava un corposo bollettino mensile in Esperanto con i programmi di tutte le trasmissioni per l'estero; ne è rimasto qualche esemplare, che è stato utile per ricostruire la storia delle trasmissioni di Radio Roma, in occasione della pubblicazione, nel 2003, di un volume commemorativo curato dalla RAI.

Le trasmissioni in Esperanto cessarono nell'agosto 1942, a causa della guerra. Seguì l'armistizio dell'8 settembre 1943 che vietò all'Italia di trasmettere per l'estero; del resto, sarebbe stato difficile farlo, perché gli impianti erano stati o danneggiati o smantellati per essere trasferiti al nord.

Radio Roma riprese a trasmettere in Esperanto nel 1950, in occasione dell'Anno Santo. Il carattere dei programmi tornò ad essere, come all'inizio, culturale: Luigi Minnaja (sempre coadiuvato dalla consorte) e Vincenzo Musella dettero vita, per lunghissimo tempo, a vivaci testi letterari, artistici, storici, musicali, con l'aggiunta di una seguita rubrica intitolata "Kuriero de Esperanto". In particolare, Luigi Minnaja profuse le sue doti di autore e traduttore di componimenti poetici, e di traduttore di canzoni; mentre il Prof. Musella mise a frutto le sue doti di studioso di Dante.

Agli inizi degli anni '70, subentrai io, coadiuvato nella lettura (tra gli altri) da Vera di Tocco e Renato Corsetti. I testi erano in parte preparati da me (con carattere culturale) ed in parte forniti dai giornalisti RAI (con carattere puramente informativo).

Nel 1976 il rapporto con la RAI (concessionaria della Presidenza del Consiglio dei Ministri) fu formalizzato, con parificazione del (sia pur modesto) trattamento economico a quello praticato per le altre lingue, e regolare copertura previdenziale. Questo rese necessaria una specifica autorizzazione da parte delle varie amministrazioni pubbliche presso le quali ho prestato servizio: autorizzazione concessa in via eccezionale, in considerazione del carattere culturale e di pubblico interesse dell'attività.

A partire dagli anni '80, i testi furono forniti esclusivamente dai giornalisti RAI; per quanto possibile, ho sempre cercato di scegliere, tra quelli proposti, i testi di maggior respiro culturale, con una particolare attenzione a due specifiche esigenze della trasmissione in Esperanto: la capacità di interessare vari popoli (dato che il programma era diretto, potenzialmente, a tutto il mondo) e l'assoluta necessità di non offendere alcuno.

E siamo giunti, così, agli anni più recenti, quando si pose una domanda di principio: caduto il muro di Berlino, cessata l'atmosfera da "guerra fredda", avevano ancora un senso le trasmissioni radio per l'estero, che in precedenza avevano avuto un ruolo fondamentale nel mantenere i rapporti con l'Europa dell'Est?

Ed aveva un senso rinnovare completamente i trasmettitori di Roma Prato Smeraldo che, oltretutto, ormai avevano intorno a sé non un prato verde, ma un denso centro abitato?

È così maturata la decisione di abbandonare quelle trasmissioni, concentrando fondi e sforzi sul mezzo televisivo e sui sistemi satellitari. A morire non è stato solo il programma in Esperanto, ma anche quelli nelle altre 25 lingue in cui la RAI trasmetteva per l'estero.

La grande stampa ha completamente ignorato la questione. E devo dire che gli unici ascoltatori che hanno protestato (invano) sono stati gli esperantisti, anche se non sempre nel modo più adatto: molti hanno scritto lodando l'eleganza della traduzione, la bella pronuncia, l'utilità ai fini dell'apprendimento dell'Esperanto parlato(*), ma ben pochi hanno segnalato che grazie alla trasmissione avevano avuto modo di conoscere meglio l'Italia (posso essere d'accordo, al riguardo, che il contenuto dei programmi non era dei più accattivanti: ma le stazioni radio trasmettono nelle varie lingue non per fare un pia­cere a coloro che le parlano, ma per avere un "ritorno" concreto).""

(Dal bimensile "L'esperanto" n° 7 - Gennaio/Febbraio 2008, pagg. 7/8).

(*) In effetti era un vero piacere sentire la voce calda e pacata di Antonio De Salvo, la sua perfetta, invidiabile pronuncia e la bellezza, tutta da scoprire per chi non l'ha mai ascoltata, della Lingua Internazionale Esperanto.

http://eo.wikipedia.org/wiki/Dosiero:Bulonjaprelego.ogg
(In questo sito si può fare una prova con la voce stessa di L. L. Zamenhof, registrata nel 1905 durante il primo Congresso Universale di Esperanto tenutosi a Boulogne-sur-Mer in Francia.)
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26 maggio 2008

EMANUELE SELLA: A...DMIRADO ĈE L' EKVIDO

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EMANUELE SELLA: AM...MIRAZIONE A PRIMA VISTA
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Emanuele Sella

Patra amo mi devus diri, konsiderinte ke Emanuele, pro sia juna ago, povus esti mia filo.

Por kiuj neniam scius pri li, Emanuele Sella estas knabo de 27 jaroj de la provinco de Viĉenco, kiu ekde 2004-a estas biciklisto profesiulo. Unu de protagonistoj de aktuala 91a eldono de Bicikla rondiro de Italio, hodiaŭ alveninta al 16a etapo.

Mi tuj "ekamis" lin pro sia vizaĝo de purema, modesta, grandanima knabo, fortega en la supreniroj, kun koro granda tiel.

Kaj pleje, laŭ mia humila opinio, ĝis nun ne sufiĉe estimita rilate sia valoro.

Hieraŭ kaj antaŭhieraŭ, post la pasinta malbelaj misfortunoj, li disfrakasis ĉiujn sur la Dolomitoj, kaj mia feliĉo de admiranto estas nur duaranga kompare sia mema feliĉo.

Li estas jam matematike, kaj do tre anticipe, venkisto de speciala klasifiko por la granda "Grimpopremio".

Hodiaŭ, 16-an etapon, krutega kontraŭtempa biciklogrimpado longa 14 km.: ebenigitaj stratoj, supreniroj kun deklivecoj de 24%, niveldiferenco de ĉirkaŭ 1100 m...

Do, kion faris hodiaŭ la “verda koboldo de la montaj arbaroj” sur la Plan de Corones?

Domaĝe! Pro ekarto de 6 sekundoj, "nur"... la dua.

DANKON EMANUELE!
MI EGE A...DMIRAS VIN.

Deksesa etapo / Sedicesima tappa:
San Vigilio di Marebbe - Plan de Corones


Amore paterno dovrei dire, dato che Emanuele per la sua giovane età, potrebbe essere mio figlio.

Per chi non sapesse nulla di lui, Emanuele Sella è un ragazzo di 27 anni della provincia vicentina, che dal 2004 è ciclista professionista. Uno dei protagonisti dell'attuale 91a edizione del Giro d'Italia giunto oggi alla 16a tappa.

L'ho "amato" da subito per la sua faccia di ragazzo pulito, modesto, generoso, fortissimo nelle salite, con un cuore grande così.

E soprattutto, secondo il mio modesto parere, finora non apprezzato per quello che vale.

Ieri e l'altro ieri, dopo gli scorsi brutti colpi di sfiga, ha sbaragliato tutti sulle Dolomiti, e la mia felicità di tifoso è stata seconda soltanto alla sua.

Egli è già matematicamente vincitore, e con largo anticio, della speciale classifica del "Gran premio della montagna".

Oggi 16a tappa, cronoscalata durissima di 14 km.: strade sterrate, salite con pendenze fino al 24%, dislivello di quasi 1100 metri...

Ebbene, che cosa ha fatto oggi il “folletto verde dei boschi di montagna” sul Plan de Corones?

Peccato! Per 6 secondi "soltanto"... secondo.

GRAZIE EMANUELE!

TI AM...MIRO MOLTISSIMO.

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18 maggio 2008

ONI IMPLIKIS MIN EN BLOGLUDO. MI ESPERAS SUKCESE FARI ĜIN

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MI HANNO COINVOLTO IN UN BLOGGIOCO. SPERO DI SAPERLO FARE. (*)
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Per me l'imbarazzo della scelta di indicare personaggi di romanzi o di film che mi hanno colpito non è minore di questo fatto di essere stato invitato a partecipare a un gioco in rete di quelli che vanno di moda e che raramente mi incuriosiscono. E mai finora mi hanno coinvolto. Tuttavia avendone visti di molto peggiori e trattandosi di una nomination proveniente da una delle mie più care amiche di blog: Cristiana – dicolamia, non mi posso assolutamente rifiutare. Specie dopo quella sviolinata finale letta nel suo post, tanto esagerata quanto immeritata.
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Ordunque, se ho capito bene devo indicare il nome di un personaggio donna di cui mi innamorrerei. Bene! Scelgo, non fosse altro perché è la protagonista dell'ultimo romanzo letto, la misteriosa signora autrice della telefonata, involontariamente "spiata" a causa di un'interferenza, sulla quale s'impernia tutta la vicenda poliziesca, ambientata nella Venezia di oggi e raccontata in "Il ponte della solita ora" dall'ottimo scrittore veneziano Alberto Ongaro. Un autore segnalatomi da un suo amico, scrittore egli stesso e grande intenditore; Luciano Comida.

Alberto Ongaro

La misteriosa signora protagonista, una volta identificata, risponderà al nome della giovane e bellissima Baronessa Frederika von Klausen che ...... nel finale verrà scagionata dall'accusa di aver ucciso l'amante con il quale aveva scambiato le ultime parole “spiate” al telefono. La salverà proprio Francesco Soria, il musicista che per caso aveva udito confusamente la sua concitata telefonata. E che non poteva non subire (inutilmente, chissà?) il suo fascino.

Quando una donna bella è raccontata da un autore/affabulatore coinvolgente e raffinato come Ongaro, il suo fascino diviene letterariamente irresistibile.
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Per quanto riguarda il Cinema mi viene in mente il bellissimo “La ballata di un soldato“ del regista russo Grigorij Cuchraj, anno 1959. L'ho visto nel '60 e a quel tempo avevo... beh, potete immaginare, avevo l'età dei primi amori.

Cito dal Morandini:Il viaggio di un soldatino russo in licenza premio che va a riabbracciare la mamma.


Dopo un convenzionale prologo bellico, il racconto
raggiunge il suo clima di schietto e semplice lirismo. Commovente (anche troppo), coinvolgente, un po' demagogico, ma sincero nel formulare il suo messaggio pacifista. Bravi attori, bravissime attrici e un notevole senso del paesaggio.”


Žanna Prochorenko

Alëša (Aljosha - Vladimir Ivašov) l'eroico protagonista, durante la licenza s'innamora di una bella ragazza, Šura (Shura - Žanna Prochorenko, di cui mi innamorai anch'io guardando il film), ma il suo breve viaggio si trasforma anche in una tragica scoperta degli orrori della guerra (dal Merenghetti: “...il soldato mutilato che ha vergogna di tornare a casa, la moglie che tradisce il marito al fronte, la difficoltà di instaurare un rapporto d'amore...”)

Le drammatiche vicende della II guerra mondiale colpiranno spietatamente anche i due innamorati.
La bella
Shura, il suo Aljosha purtroppo, non lo rivedrà.


Berlino 1945

Posso esimermi dal nominare altri giocatori? Anche perché finirei per nominare molti di quelli già coinvolti.

(Aggiornamento del 19 - 5 / ore 16,00)

(*) Ebbene sì, cara CRISTIANA, ci ho ripensato.
Se questo gioco, non certo stupido, ha tra i suoi scopi quello di rendere omaggio agli amici di blog che più si stimano, allora anch'io devo NOMINARNE qualcuno.
Non importa se l'hanno già fatto altri o se resteranno fuori persone che stimo tanto quanto queste che vado ad elencare:


ARTEMISIA
TEREZA
ZAUBEREI

FINAZIO

LORENZO

NICOLA

(e fuori concorso:)

CARAMELLA F.
PAOLA d. g.

LUCIANO
SCIPIONE

Posso esimermi..., emh..., dall'obbligo di "notifica" delle mie nominations?
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17 maggio 2008

Sinjoroj: PIERO ANGELA kaj ANDREA CAMILLERI

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Signori: PIERO ANGELA e ANDREA CAMILLERI
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CHE SUBLIME GODURIA!!

QUESTA SERA A "CHE TEMPO CHE FA"
CON PIERO ANGELA (che ha parlato anche di AURELIO PECCEI) E ANDREA CAMILLERI
OSPITI DI FABIO FAZIO

Piero Angela

Ĵurnalisto TV -Aŭtoro kaj
popula
riganto de sciencaj programoj.
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Giornalista TV - Autore e
divulgatore di programmi scientifici.


Poi dice uno che la
TV è tutta da buttare!

Non Tutta. Chi l'ha già
buttata non sa cosa si è perso.
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Andrea Camilleri

Eksa aŭtoro kaj reĝisoro TV -
Hodiaŭ aŭtoro de policaj sukcesaj romanoj.
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Ex autore e regista TV -Oggi autore
di romanzi polizieschi di successo.

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(*) La trasmissione di questa sera dovrebbe valere da attenuante per Fabio Fazio dopo l'orrendo delitto da lui commesso nell'aver intervistato Marco Travaglio, sabato scorso. Ma, con certi attuali Ministri dei beni e delle attività culturali, ho il timore che invece peserà come un'aggravante per la sua condanna.
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8 maggio 2008

NI ESTAS UTOPIISTOJ, SED... PLI BONE UTOPIISTOJ OL SUBAĈETITAJ - VIN ARMU DE PACIENCO KAJ LEGU ĈI TIE.

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NOI SAREMO UTOPISTI, MA... MEGLIO UTOPISTI CHE VENDUTI - ARMATEVI DI PAZIENZA E LEGGETE QUI.
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Da Marco Menghini Presidente GEM (Gruppo Esperantista Marchigiano): esperantisti-marchigiani@yahoogroups.com
http://ufficiostampagem.blogspot.com/

"Vi trascrivo, qui sotto, l'ordine del giorno proposto da Claudio Mari e approvato dal Consiglio Provinciale di Pesaro e Urbino.
Un caloroso ringraziamento a Claudio a nome mio personale e per conto del nostro Gruppo."

ORDINE DEL GIORNO PROPOSTO DAL CONSIGLIERE CLAUDIO MARI E APPROVATO IL 28/4/08

Il Consiglio Provinciale di Pesaro e Urbino

Premesso che

- il Politecnico di Torino ha soppresso il corso di laurea in "ingegneria tessile" di Biella tenuto in italiano sostituendolo con un analogo corso tenuto in lingua inglese,

- nella sede di Vercelli il corso di laurea di "ingegneria elettronica" dal secondo anno sarà tenuto esclusivamente in lingua inglese,

- per il primo corso di suddetta laurea, come per gli altri corsi in cui vi sia l´opzione italiano/inglese i cittadini italiani che sceglieranno l´inglese non pagheranno le tasse universitarie, mentre quelli che opteranno per l´italiano pagheranno la tassa (1500 euro),


considerato che

- è aberrante e inaccettabile questa istigazione all´abbandono della propria lingua madre,

- l´introduzione dell´inglese come lingua privilegiata nelle scuole e università italiane ridurrà l´italiano a lingua di secondo rango intaccando alle fondamenta il patrimonio culturale, sociale ed economico dello Stato Italiano, mandando al macero generazioni di italiani che hanno creduto e si sono battuti per un´Italia unita e consapevole,

- in breve tempo verrà persa la capacità di comprendere oltre 700 anni di letteratura italiana e la storia che ne fa parte; i tanti che nel mondo studiano l´italiano non solo per avvicinasi al nostro grande patrimonio di cultura umanistica , ma anche alle conoscenze scientifiche che sottendono alle produzioni italiane il cui prestigio è noto in tutto il mondo, senza parlare della qualità della vita che rende l´Italia fra i paesi più ammirati e vivibili, abbandonerebbero ben presto la lingua di Dante e Boccaccio; le stesse produzioni italiane avrebbero un calo di prestigio, come del resto il turismo,

- il passo conseguente, la scelta dell´inglese come lingua ufficiale di comunicazione in ambito europeo condannerebbe l´Italia a una evidente marginalità, mentre il vantaggio goduto nei concorsi dai parlanti inglese come lingua madre, determinerebbe una classe dirigente europea prevalentemente anglosassone;

- tutto ciò è palesemente inaccettabile e infatti la Comunità Europea sostiene il multilinguismo e la parità linguistica fra i diversi popoli che la compongono, mentre l´ONU ha proclamato il 2008 anno della tutela delle diversità linguistiche,

- tutto ciò, forse, non risolve il problema della necessità una lingua neutra di comunicazione in ambito comunitario, che pertanto non può però essere una lingua che avvantaggia qualcuno a sfavore della maggioranza,

- se si vuole favorire l´interculturalità dei giovani, è d´altro canto possibile organizzare corsi paritari fra stati diversi con scambio di docenti,


tutto ciò premesso

- si criticano le scelte discriminatorie nei confronti della lingua italiana del Politecnico di Torino.

- si invitano le istituzione universitarie presenti nella provincia a evitare esperienze del tipo sopra descritte se non in un accordo strettamente paritario.

PROVINCIA DI PESARO E URBINO

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Da: Andrea Fontana fontanaandrea@fastwebnet.it
A:
ARCI ESPERANTO arciesperanto@googlegroups.com; CIRCOLO ESPERANTISTA MILANESE esperantomi@infinito.it; ESPERANTISTI ITALIANI esperantisti-italiani@yahoogroups.com; ILEI-IT (Lega internazionale Insegnanti di Esperanto- It) ilea@googlegroups.com;

Congresso ARCI-EO

(Dibattito sull'Esperanto ascoltabile in rete)

Anno internazionale delle lingue: l'Esperanto è una lingua che salva le lingue materne dall'estinzione?

Hanno dibattuto il tema: Andrea Gilardoni, professore di Storia e Filosofia; Nicola Ruggiero, poeta e studente di interlinguistica. Sono intervenuti anche i membri dell'Arci Esperanto Andrea Montagner , Marco Picasso e Andrea Fontana. Il dibattito si è svolto in occasione del secondo congresso di Arci Esperanto (www.arciesperanto. it), ad Assago (MI), Domenica 3 Maggio 2008.

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LA REGISTRAZIONE AUDIO DELL'EVENTO PUO' ESSERE ASCOLTATA ALLE PAGINE:

www.ipernity. com/doc/ancxjo. pac-horano/ 1935818/in/ album/46975 (prima parte)

www.ipernity. com/doc/28233/ 1936043/in/ album/46975? from=1935818 (seconda parte)
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Visitate anche "Radio Anĉjo Esperanto", alla pagina:

http://www.ipernity .com/doc/ ancxjo.pac- horano/album/ 46975?from= 1935818

Nelle foto: Il banchetto del GEM alla fiera di S. Ciriaco di Ancona

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Ricevo oggi venerdì 9 maggio da Marco Menghini Presidente GEM:
Per un multilinguismo giusto nell'Unione Europea.

"Senza la lingua internazionale Esperanto non ci può essere multilinguismo giusto nell'Unione Europea.

Funerale di stato o festa solenne per il multilinguismo europeo? E' difficile dirlo guardando a quello che si svolgerà domani, 10 maggio 2008, a Firenze, nella prestigiosa sede dell'Accademia della Crusca in cui si incontreranno molti personaggi ufficiali italiani e stanieri, compreso il Commissario Europeo al multilinguismo, Leonardo Orban, in un convegno particolarmente solenne per celebrare i cinquanta anni del primo regolamento sulle lingue in Europa.

Quando venne emanato quel primo regolamento si dichiarò solennemente che eravamo tutti uguali in Europa ed eguali erano le nostre lingue e le nostre culture. Adesso l'ultimo Rapporto preparato per la Commissione da Amin Maalouf, anch'egli presente al convegno, dà per scontato che l'Inglese sia la lingua franca che tutti gli europei debbono studiare e poi, a titolo di consolazione, aggiunge: però sarebbe bello se ogni europeo, oltre a parte l'Inglese, studiasse bene, anzi perfettamente, una seconda lingua del cuore. In sostanza sarebbe bello se un italiano studiasse benissimo il Bulgaro, un altro il Maltese, ecc. Si tratta, evidentemente di castelli in aria per mascherare la dura realtà sulla terra. Già oggi un cittadino italiano che paga le tasse come ogni altro cittadino europeo, se vuol fare un concorso per essere assunto a Bruxelles, lo deve fare in Inglese, in Francese o in Tedesco. E' chiaro che non lo vincerà mai. Anche al convegno di domani a Firenze, le traduzioni dei discorsi verranno fatte solo verso l'Italiano e l'Inglese, lingua evidentemente ufficiale nel Granducato di Toscana.

L'unica cosa di cui a Bruxelles nessuno vuol sentire parlare è la soluzione giusta rappresentata dalla lingua internazionale Esperanto. Lanciato nel 1887 come progetto di lingua ausiliaria per la comunicazione internazionale, e sviluppatosi rapidamente in una lingua viva e ricca di espressività, l´Esperanto funziona già da oltre un secolo. E' l'unica lingua che assicura la parità linguistica tra tutti, perché non appartiene a nessuno. Oggi lo parlano forse due milioni di persone in tutto il mondo, lo usa il Papa per gli auguri di Pasqua e di Natale e la Radio Vaticana per trasmissioni regolari, ma anche Radio Pechino, ed anzi la Cina ha accompagnatori ufficiali degli atleti o dei visitatori parlanti anche in Esperanto. (*)


Ma non parlano già tutti Inglese, come anche sottolinea il rapporto? Certo l'Inglese è oggi una realtà, ma cent'anni fa l'impressione era che tutti parlassero già Francese ed incomincia a farsi strada la sensazione che tra poco tutti parleranno Cinese. L'Esperanto obbedisce ad un'altra logica: essenzialmente l'eguaglianza tra tutti gli uomini, le loro culture e le loro lingue.

L'Esperanto in Italia, come pure negli altri paesi europei, è, comunque vivo e vegeto ed è stato proposto quest'anno.per il Premio Nobel per la Pace

La Federazione Esperantista Italiana (FEI), con la sezione giovanile IEJ (Itala Esperanto-Junularo, Gioventù Esperantista Italiana), è un ente morale con D.P.R. n. 1720 del 28.6.1956, senza fini di lucro e finanziato esclusivamente dai propri soci o da enti pubblici (per specifiche iniziative), che si occupa di diffondere la lingua pianificata Esperanto in Italia." (**)

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Federazione Esperantista Italiana - FEI

Via Villoresi, 38, 20143 Milano

www.esperanto.it

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(*) Anche RADIO ROMA-RAI International fino a pochi mesi fa aveva, fra gli altri, un bravissimo "radioparolisto" (lo speaker Antonio De Salvo - un giorno forse pubblicherò un suo testo che tratta dettagliatamente di questa interessante storia) che diffondeva nel mondo i principali notiziari in Esperanto. Poi la RAI, per non dare l'impressione di essere troppo gentile con gli esperantisti sparsi per il mondo, e troppo generosa con chi tra essi avesse voluto conoscere meglio l'Italia, ha pensato bene di chiudere le trasmissioni dopo oltre 70 anni di attività.

(**)
Questo aricolo, speditomi dall'amico Marco Menghini senza indicare l'autore, a giudicare dallo stile e dalla provenienza, sicuramente è stato scritto dal Presidente FEI Renato Corsetti, al quale ho già dedicato un post il 4 aprile scorso.
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Aggiornamento a oggi 11 maggio:

Ricevo all'indirizzo: "
esperantisti-marchigiani@yahoogroups.com":

""COMUNICATO STAMPA- Aldo Grassini (Vicepresid. FEI - n.d.s.) in RAI a parlare della lingua Esperanto e del Premio Zamenhof di Ancona.

http://www.radio.rai.it/grparlamento/archivio.cfm
(Selezionare "GR Parlamento delle ore 8" e spostare il cursore audio a circa metà corsa, al minuto 18°,50 per centrare l'inizio dell'intervista ad A. Grassini)


Al GR Parlamento delle ore 8 di domenica 11 maggio, Aldo Grassini è intervenuto sulla lingua Esperanto e sul Premio "Zamenhof le voci della pace" che si tiene ad Ancona. La giornalista RAI Mariù Safier chiede a Grassini come è nato l´Esperanto e se oggi può considerarsi un´utopia in un mondo dilaniato da guerre e con sempre nuove barriere ed incomprensioni, "L´Esperanto è tuttora attuale ed attuabile. Una lingua comprensibile a tutti e, soprattutto molto facile da apprendere in breve tempo, potrebbe essere un vero traguardo. Certamente ciò ridimensionerebbe poteri ed influenze... Basti solo pensare all´uso della lingua inglese nell´informatica." Grassini accenna poi al fatto che la Federazione Mondiale dell´Esperanto non ha certamente rinunciato o ha archiviato i propri propositi. Alla Safier Aldo Grassini indica perché la Federazione Esperantista Italiana (F.E.I.) ha istituito il Premio di Ancona, intitolato al nome e alla figura dell´ideatore dell´Esperanto Ludovico Lazzaro Za­menhof (1859/1917). Il Premio, giunto alla sesta edizione, viene infatti assegnato ogni anno a cittadini italiani che si sono distinti per l´impegno alla cooperazione e alla reciproca comprensione fra i popoli, nel rispetto delle diversità e in nome di una sincera vocazione alla pace, all´amicizia fra i popoli e alla tutela delle culture e delle lingue cosiddette minori. Tra i premiati degli ultimi anni Tiziano Terzani, Claudio Abbado, Luca Zingaretti, Moni Ovadia, Ennio Remondino, Gianfranco D´Anna, Manuela Dviri.

Ancona, 8 maggio 2008

Aldo Grassini (maldekstre) kun iuj membroj de Estraro de la EMG (2005)
Aldo Grassini (a sin.) con alcuni membri del Direttivo del GEM (2005)

Ufficio Stampa, "Premio Zamenhof le voci della pace": Marisa Verducci - Lorenzo Morini, Ancona""
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